DA SALONICCO A BERGEN BELSEN


Riguardo alla grande Comunità sefardita di Salonicco all’epoca della Shoah sono state scritte molte affermazioni inesatte; in particolare il Rabbino Capo Zvi Koretz venne molto calunniato.
Fra  Marzo e Agosto 1943 questa gloriosa comunità venne deportata, quasi tutta ad Auschwitz ma due gruppi vennero mandati al “Campo di Soggiorno”  (e Scambio) di Bergen Belsen, nella Germania settentrionale:
1.     74 fra funzionari comunitari e loro familiari, col Rabbino Zvi Koretz e famiglia. Vennero inseriti nel cosi detto “Sternlager”. Judenaeltester divenne Jacques Albala – a Salonicco interprete-accompagnatore del “Presidente della Comunità”, Sabin Saltiel, nominato dal comando tedesco nel 1941 –  “Responsabile Organizzazione del Lavoro” divenne tale Edgar Elia Kounio.
2.     367 titolari di passaporti spagnoli che vennero tenuti nel cosi detto “Neutralenlager” fino al Febbraico 1944 quando partirono per la Spagna. Dopo un breve internamento in un campo nel Marocco Spagnolo poterono proseguire per la Palestina.
Nella storia della Shoah Bergen Belsen,  meno noto degli altri Campi di Sterminio -è un caso particolare essendo stato destinato quale campo di transito per scambi di ebrei o contro tedeschi dell’estero oppure per riscatto, come avvenne per un gruppo di 1624 ebrei ungheresi.  Per tenere separati i vari gruppi, quel Lager venne diviso in sezioni, ognuna  gestita in modo differente.
Dopo qualche mese, gli ebrei greci vennero  in contatto  con quelli venuti dall’Olanda; in parte cittadini olandesi e in parte profughi dalla Germania. In altri tempi le comunità di Salonicco e Amsterdam erano i punti terminali di un importante collegamento commerciale. Nella primavera del 1944, però, i rapporti fra questi gruppi erano più difficili.
E’ merito dello storico tedesco Hans-Dieter Arntz – che ha aiutato molti sopravvissuti a documentare i propri diritti --  di proporre una nuova storia di questo Lager particolare. L’opera, frutto di oltre 5 anni di lavoro e di lunghe ricerche. è centrata sulla figura di Josef Weiss, l’ultimo ”Anziano degli Ebrei”/“Judenaeltester della sezione “Stern Lager”/Lager di Stella  di Bergen Belsen. Vengono, tuttavia, presentati pure il primo “Judenaeltester”/Anziano dello “Sternlager” Jacques Albala, il Rabbino Capo di Salonicco Zvi Koretz  e lo sfortunato Responsabile del Lavoro Edgar Elia Kounio. La storia del Lager di Bergen Belsen viene quindi narrata in relazione col Campo olandese di Westerbork, e col Ghetto Modello di Terezin.
Vengono presentate due delle tante  vicende- assurde ma significative - del Dopo Shoah in Grecia e Olanda:
1. In Grecia, il nuovo regime  voleva processare in modo clamoroso il Rabbino Capo Koretz, morto di tifo dopo che il “treno perduto” partito da Bergen Belsen diretto a Terezin era stato liberato il 27 aprile 1945 dall’esercito russo nella stazione di una cittadina tedesca. In un primo momento fra gli imputati figuravano pure moglie e figli del Rabbino Koretz. Alla moglie venne negata la possibilità di difendere in tribuna vle, o comunque in Grecia, la memoria del marito.
2. In un “processo” spettacolo Jacques Albala e Edgar Elia Kounio vennero condannati a lunghe pene detentive da un cosi detto “Tribunale”  che non poteva aver elementi su quanto realmente accaduto. Alle “udienze”, vennero tollerati chiassosi incitamenti tipo “impiccateli tutti”. Mentre lo sfortunato Kuonio dovette scontare tutti i 5 anni della condanna, Jacques Albala (condannato a 18 anni) venne rilasciato dopo qualche anno e poté emigrare negli Stati Uniti; qualcuno avrà avuto validi motivi per ottenere per lui la grazia o l’amnistia.
3. In Olanda, Josef Weiss e altri “tedeschi” al loro ritorno vennero internati per diverso tempo in un campo, insieme a collaborazionisti olandesi ed ex SS, comandato da un ufficiale che si presentò dicendo “In primo punto siete tedeschi,  secondo luogo siete ebrei. Vedrete presto che non sono amico degli ebrei.”. “Lageraelteste”/Anziano di quel campo era un ex dell’SS.
Sia in Olanda che in Grecia erano tornati in pochi mentre dei beni degli scomparsi si sono potuti impadronire molti profittatori. Infatti,  “in quelle tenebri” della Shoah si aveva la “colpa” di essere ebrei. Nel “Dopo Shoah” ,  invece, il colpevole era il   sopravvissuto  ritornato
Hans-Dieter ARNTZ:
DER LETZTE JUDENAELTESTE DI BERGEN-BELSEN
Hellios Verlag-und Buchvertriebsgesellschaft – Achen (Germania) – 2012.
Con un contributo da parte della KREISSPARKASSE EUSKIRCHEN.